Circostanze Differenti

("Different Circumstances")

di Jason Snell

Traduzione di Beatrice Zaffuto


Shannon arrivò nel mio appartamento alle sette, con la dozzina di penne a sfera e riviste in più che voleva darmi.

Dovete capire questo di lei: fa continuamente regali alla gente. Strani regali. Penne e riviste, fermacarte e portachiavi. Quando le chiedevo dove trovava tutte quelle biro blu, diceva solo: saltano fuori da sole.

Quella notte le presi senza far domande. Diedi un'occhiata alle etichette d'abbonamento delle riviste, tanto per essere sicuro che gli errori vi fossero. Il suo nome era Shannon Erica Steinman, ma le etichette erano sempre indirizzate a Shannon D. Steinman o a Erica S. Steinman.

Alcune volte, per rovinarmi il divertimento, toglieva con il vapore con il vapore le etichette dalle riviste. Non mi sono mai preoccupato di chiederle il perche'.

Tutti noi abbiamo qualche comportamento strano; mi piaceva pensare che l'unico di Shannon fosse il dare regali. A parte la sua filantropia a base di penne e riviste, è il tipo di persona che definirei normale - che lavora in un asilo mentre è combattuta dall'idea di tornare a studiare per diventare insegnante.

Non sono sicura, Jer mi disse quella notte, quando l'argomento saltò fuori. Mi piace lavorare con i bambini, e penso che mi piacerebbe insegnare, ma non so se potrei sopportare di rimettermi a studiare.

Se tornerai a studiare, potrai insegnare ai bambini, invece di fare loro soltanto da baby-sitter.

Sì, ma ora mi pagano per andare alla spiaggia e al cinema e per giocare a Monopoli con questi ragazzini. La decisione più grande che devo prendere ogni settimana è se giocare a Four Square a Hopscotch.


Restammo in piedi fino a tardi quella notte, soprattutto perche' nessuno dei due aveva molto da fare, se non parlare. Il suo ragazzo era a Los Angeles per lavoro e Shannon non aveva molti altri amici, così la sua agenda degli appuntamenti era vuota. In quanto a me, be' sono una specie di eremita. Se non lo fossi, starei a parlare con voi adesso? Senza offesa. Sono solo sincero.

Così Shannon e io rimanemmo seduti nel mio appartamento tutta la notte, parlando della nostra misura di scarpe e di quali fossero i nostri gusti di yougurt preferiti e, soprattutto, a che ora ci svegliavamo il sabato mattina per vedere i cartoni animati quando eravamo bambini.

Lei si alzava tardi, e sua madre preparava sempre una grande colazione il sabato, così lei non riusciva mai a vedere nessuno di quei bei cartoni che trasmettevano presto. Io ero mattiniero, allora - ero sempre in piedi per la fine del notiziario della fattoria, poi seguivo la mezzora di Mr Ed prima di riuscire ad avere finalmente l'emozione animata che cercavo.

Credeteci o no, non ci stufavamo di questa roba. L'unica cosa che pose fine alla nostra conversazione fu il sonno. Verso l'una di notte, entrambi crollammo vicini l'uno all'altro sul mio divano. Lei mi svegliò alle tre.

E' tardi, fece lei, ti dispiace se rimango a dormire qui?

Certo, le dissi, tu prendi il mio letto. Io dormirò sul divano.

No. Dormirò io sul divano

No. Prendi il letto

No. E' il tuo letto. Dormirò qui.

Scossi la testa.

Va bene, disse lei dormiremo entrambi sul tuo letto.

Bene, di sicuro c'è un sacco di spazio, dissi io spingendola affettuosamente verso la camera da letto.

Era un nostro scherzo ricorrente - avevo un letto enorme che avevo comprato durante una relazione che avevo avuto circa un anno prima.

Michelle e io sapevamo che non saremmo rimasti insieme per sempre, ma nel frattempo avevamo bisogno di un letto più grande.

Il giorno in cui il letto fu consegnato, Michelle e io ci lasciammo. I due fatti erano indipendenti l'uno dall'altro, ma la grandezza del letto e la sua vuotezza erano diventati una fonte di grande divertimento per Shannon. Dal mio punto di vista era leggermente meno divertente.

Con ancora addosso maglietta e pantaloncini scivolammo dentro il letto. Ora, giuro che non feci alcun pensiero sul fatto che eravamo a letto insieme. Eravamo solo amici. Questo era tutto ciò che saremmo sempre stati.

Lei si accoccolò contro di me, e io le posai attorno un braccio. Borbottai uno stanco Buonanotte e chiusi gli occhi.

Devo avvertirti, disse lei io mi rigiro nel sonno

Ok, dissi, e chiusi gli occhi.

Dopo pochi minuti sul suo fianco, Shannon emise un gemito profondo e si girò sulla schiena. Ancora qualche minuto, e fu sull'altro fianco.

Prima che potesse girarsi sulla pancia, stavo già russando delicatamente.

Attorno alle tre circa, sentii Shannon muoversi accanto a me. Poi si girò dal fianco destro sulla schiena. Fu allora che il mondo cambiò.


Lo stereo stava suonando una canzone che non avevo mai sentito prima. Ero nel mio appartamento, ma il mobilio nella mia stanza da letto era diverso. C'erano tende invece delle orribili tapparelle avvolgibili che avevo comprato da

K-Mart, e fotografie incorniciate erano appese ai muri dove prima c'erano attaccati i miei poster.

Mi resi conto di tutto ciò più tardi, anche se ne fui sommerso immediatamente. Molto più importante, comunque, era ciò che mi trovai a fare mentre in sottofondo suonava la canzone che non avevo mai sentito.

Shannon e io stavamo facendo l'amore.

Ne fui scioccato, naturalmente, ma non perche' non avessi mai pensato che qualcosa del genere sarebbe potuta succedere tra noi, ma perche' non potevo ricordare come fossimo passati dal dormire l'uno accanto all'altra al fare sesso con lo stereo acceso. Era come se l'avessi cancellato dalla memoria.

Potei vedere negli occhi di Shannon che anche lei era rimasta scossa dal cambiamento di eventi, ma questo non le fece chiedere di smettere ciò che stavamo facendo.

Quando finimmo, mentre l'abbracciavo, notai finalmente le tende.

Shannon, cosa è successo alle mie tapparelle?

Hmm?

Le mie tapparelle economiche di K-Mart non ci sono più.

Una breve pausa e poi: Dio, hai ragione. E anche i tuoi poster sono spariti.

Accesi la luce e osservai in giro la mia stanza da letto. Quelle incorniciate sui muri erano in gran parte fotografie che avevo visto prima. Erano di Shannon.

Una foto, comunque, nessuno di noi l'aveva mai vista prima.

Shannon era splendida, naturalmente... il suo colorito scuro si equilibrava bene con il vestito bianco. E anche se l'espressione sulla mia faccia era tipicamente stupida, la giacca mi faceva apparire quasi dignitoso.

Sotto la foto c'era stampato: Jeremy e Shannon, 16 settembre 1991.

Guardai Shannon. Stava tenendo su una mano, mostrandomi l'anello nuziale che portava.

Che diavolo succede? Le chiesi.

Si piegò giù accanto al letto e raccolse qualcosa - riuscii a vedere che si trattava di una rivista - e le diede uno sguardo prima di lanciarmela.

Guarda l'etichetta.

Era indirizzata a Shannon e Jeremy Alden.

Stavo per dirle qualcos'altro quando un'ondata di stordimento mi colpì. Forse, pensai, tutto questo è solo un sogno. E' così. Sto sognando.


Ed ero di nuovo a letto, accanto a Shannon, completamente vestito. Lei stava ancora dormendo, girandosi lentamente per sistemarsi sul suo fianco sinistro.

Tra i movimenti, mi trovavo nel mondo giusto. Nel momento in cui Shannon si girò a sinistra, sentii il mondo scivolare via.

Ero nell'appartamento di Shannon, nel suo letto. Non stavamo facendo l'amore questa volta, sembrava come se l'avessimo fatto pochi minuti prima, ma ora stavamo solo distesi sul letto, le mie braccia attorno a lei, nudi.

Shannon?

Hmm?

Ricordi l'ultima volta? Giusto qualche minuto fa?

Eravamo nel tua appartamento. Le mie fotografie erano sul tuo...

Diede uno sguardo attorno ai suoi muri. Tutte le sue foto erano lì, proprio dove le aveva lasciate.

Hai una fede matrimoniale questa volta?

Tirò su la mano. No. Ma ho un anello di fidanzamento.

Che diavolo succede?

Penso che abbia qualcosa a che fare con le riviste, disse lei. Ma prima che io potessi chiederle che cosa volesse dire, la porta della sua camera da letto si aprì e qualcuno accese la luce.

Era Steve.

Oh no, disse Non puoi...

Per un minuto sembrò ferito, come mi aspetterei che appaia chiunque nel momento in cui trova la sua fidanzata - capii allora che l'anello al dito di Shannon non era mio - a letto con un altro uomo.

Poi Steve cambiò nell'altra espressione che mi aspettavo di vedere. Era rabbia - pura rabbia di gelosia. Era sempre stato geloso del mio rapporto con Shannon perche' si chiedeva come mai lei avesse bisogno di avere un'altra compagnia maschile quando c'era lui.

Ora, in questo mondo, la sua gelosia era stata confermata. Stavo dormendo con Shannon alle sue spalle.

Mi colpì un po' di volte, penso. Ero così stravolto da tutto quel cambiamento di eventi che non ci feci molto caso. Fu molto doloroso, questo lo so. Shannon intanto gridava e piangeva. Steve mi urlava di andare al diavolo, e quando non feci altro che starmene lì, mi colpì di nuovo.

Alla fine, quando mi colpì alla testa per l'ennesima volta, cominciai a perdere i sensi. Non ero mai stato picchiato fino a svenire, ma questa sembrava la volta buona. Poi sentii Shannon che si spostava, e capii che non era stato il gancio destro di Steve a causare il mio stordimento.

Era tempo di lasciare quel mondo. E mai troppo presto.


Lei si stava muovendo di nuovo, accanto a me, spostandosi dal fianco destro sulla pancia. Era sveglia nelle varie realtà, ma qui stava ancora dormendo.

Penso che abbia qualcosa a che fare con le riviste, aveva detto. Riviste?

Shannon si girò sulla pancia, il mondo scivolò via di nuovo.


Potevo dire di essere in un albergo, grazie solo all'odore. Di qualsiasi cosa facciano odore le camere d'albergo, che sia il detersivo per tappeti o il disinfettante del water, questa era una di quelle stanze. La luce filtrava attraverso tendine economiche color crema.

Stavo facendo di nuovo del sesso. Sembrava essere un tema ricorrente, per qualche motivo. Di sicuro non era perche' avevo un passato di grande amatore. Al contrario.

Questa volta, non stavo guardando nei profondi, castani e amorevoli occhi di Shannon Steinman. I capelli nei quali scorrevano le mie dita erano lunghi e biondi, non corti e castani. Gli occhi che fissavo erano blu.

Oh, sì, tesoro, gemette lei con quello che poteva essere solo un accento di New York. Quasi scoppiai a ridere.

Che mondo era questo? Nel quale dovevo dividere alberghi con bambole dal terribile accento?

Ok, vi confesserò qualcos'altro, visto che vi ho già detto così tanto. Sono sempre stato attratto dalle bionde, proprio come qualsiasi altro maschio Americano. Si pensa che siano le più sexy, più attraenti per natura di quanto possa esserlo qualsiasi donna dai capelli scuri.

Però un momento: ho anche sempre detto che mentre le bionde tendono ad essere le più carine, le donne che ti colpiscono di più, quelle che ti fanno girare la testa quando cammini per la strada, anche per quella strada stai passeggiando con la tua ragazza, hanno i capelli scuri. Non ce ne sono molte così - Shannon era una di queste.

Ma come i cuccioli di Pavlov all'ora del pasto, quando vedo una bionda comincio a sbavare. Non è dignitoso ne' intelligente, ma lo faccio. Forse era lo loro natura proibita - erano attraenti e non potevo averle. Non avevo mai neanche baciato una bionda prima.

Ora stavo facendo sesso con una di loro.

Ma mentre tutto accadeva, una parte di me era impegnata a porsi delle domande. Dov'è Shannon? Che cosa c'entrano le riviste?

Venne fuori che il nome della bionda era Holly ed era del New Jersey, non di New York. Io e lei ci eravamo incontrati per la prima volta al bar di un albergo due settimane prima e ci eravamo ritirati in una camera al piano di sopra dopo che entrambi avevamo bevuto un goccio di troppo.

Fui fortunato. Ero riuscito a spingerla a ricordare qualcosa senza avere la più pallida idea della mia storia con lei. Trovai divertente anche il fatto che fosse stato l'eccesso di alcool a portarci insieme, perche' io non bevo. In 25 anni, il mio consumo alcoolico totale era stato probabilmente di cinque birre e quattro bicchieri di vino.

Non che io fossi una persona incredibilmente moralista, che agita una Bibbia e predica contro il Demone Alcool, ogni volta che ce n'è la possibilità. Semplicemente avevo deciso, abbastanza presto nella mia vita, che non solo non mi piaceva il sapore dell'alcool, ma neanche il modo in cui cambiava la gente.

Così spendevo nelle bionde ma non nelle sbornie. Consideratemi a metà nella scala del Tipico Maschio Americano.

Eppure, mentre giacevo lì accanto a Holly, mi chiesi se quella fosse la scelta giusta. Avrei dovuto essere così ostinatamente diverso come ero nel mio vero mondo?

In tutta la mia vita avevo dormito con il gran totale di una sola donna - e neanche l'amavo, Michelle - e sentimentalmente ero un disastro. Qui era diverso.

E' facile prendere decisioni morali quando non hai neanche il modo di vedere l'alternativa. Ti limiti a fare solo le tue scelte, sfrutti le tue possibilità e ti chiedi cosa sarebbe potuto succedere.

Sono abbastanza insicuro per quello che riguarda la mia vita. Non avevo bisogno che mi si mostrasse ciò che mi stavo perdendo, ma qui succedeva proprio questo.

Lasciai Holly, trovai la mia macchina nel parcheggio dell'albergo e mi diressi verso casa. Cominciai ad aspettare che questo sogno, o realtà alternativa, o qualsiasi cosa fosse finisse, ma mi trovavo ancora nel mondo delle bionde voluttuose e dei troppi margaritas quando raggiunsi il mio appartamento. Mentre salivo su per i gradini, capii che dovevo chiamare Shannon. Dopo tutto, lei era il mio unico legame con l'altro mondo, quello in cui stavo ancora sotto una vecchia calda coperta blu con la mia migliore amica che dormiva a pancia in giù accanto a me.

Poi aprii la porta dell'appartamento. Shannon si trovava lì dentro, con un bambino tra le braccia.

Eccoti qua! Disse Ero preoccupata.

Guardai il bambino. E'...

Il suo libretto dei ricordi dice che si chiama Diana Alden, ha sei mesi mi disse Siamo genitori. Dio, Jer, siamo genitori.

Avrei dovuto chiederle delle riviste, di come fosse possibile che vivessimo le vite di altre persone che erano noi stessi. Ma invece, tutto ciò a cui potevo pensare era una bionda di nome Holly mentre fissavo i luminosi occhi di mia figlia.

C'è qualcos'altro, disse Shannon, e prese una rivista dal tavolo della cucina.

Huh?

Guarda la copertina.

Era una fotografia del presidente assediato che tentava a tutti i costi di essere rieletto nonostante un crollo economico e un avversario difficile. Quattro anni alla Casa Bianca gli avevano ingrigito i capelli ma le sue sopracciglia erano folte e scure come sempre.

Il presidente Dukakis?, chiesi.

Questo mondo è davvero scombinato, mi disse lei.

Oh Shannon, tu non ne conosci la metà, pensai, e in quel mentre lo stordimento mi colpì.


Per un breve istante pensai di svegliarla, mettendo fine al più presto possibile a questa cosa in cui eravamo precipitati. Ma ancora prima che potessi afferrarle le spalle, e scuoterla fino a svegliarla, lei si girò dalla pancia sul fianco sinistro.

Il mondo andò da un parte, noi dall'altra.

Le riviste. Devo ricordarmi delle riviste.


Stavo bevendo caffè. Il caffè mi fa schifo, così misi giù la tazza più presto che potei, ma dotti comunque ingoiare la roba disgustosa che avevo in bocca.

Sedevo nel salotto di una casa che non avevo mai visto prima. Alcune delle decorazioni, comunque, erano familiari - erano di Shannon.

Di fronte a me, seduti con le braccia l'uno attorno all'altra in quello che in qualche modo sapevo fosse felicità matrimoniale, stavano Shannon e Steve.

Allora, ti piace il posto? Mi chiese Steve.

Oh, certo, dissi è grandioso.

Certamente è organizzato meglio ora che prima del matrimonio disse Steve.

Matrimonio. Stavo diventando bravo a indovinare, ma non volevo spingermi troppo avanti. Dissi loro che dovevo andare al bagno e mi scusai.

Quando tornai, erano ancora lì, sorridenti. Mi chiesi come Shannon ci riuscisse, a mantenere l'apparenza di sapere tutto sulla sua vita matrimoniale con Steve quando nella sua vera vita erano ancora solo ragazzo e ragazza.

Allora, come sta Michelle?, mi chiese Steve.

Michelle? Oh, Dio, che cosa c'entra Michelle con questo?

Bene, davvero bene, risposi, guardando Shannon. Lei alzò un sopracciglio - era curiosa quanto me del fatto che Michelle venisse nominata.

Be', non possiamo aspettare fino al mese prossimo, disse Steve, con un tono fin troppo da amico e completamente diverso dal tipo che me le aveva suonate di santa ragione poche ore e un universo prima.

Saint Anne è davvero una chiesa carina. Siete stati davvero fortunati ad averla.

Un sì fu tutto ciò che potei emettere. Michelle e io stavamo per sposarci?

Continuai la conversazione per qualche altro minuto, rendendomi conto a poco a poco che non sarei riuscito a rimanere solo con Shannon per parlare. Anche se poteva non piacerle, in questo mondo lei e Steve erano diventati una coppia, una persona unita. Erano sposati, e perciò stavano insieme.

Mi chiesi come sarebbe stato vivere in un mondo come quello, dove Shannon non era più una mia amica da sola, ma solo una conoscente comune, la metà di Steve-e-Shannon.

Quando cominciai a sentirmi di nuovo stordito e capii che Shannon si sarebbe mossa sulla schiena, stavolta - quante volte si rigirava questa donna in una notte, comunque? - Mi resi conto che non avrei avuto modo di riflettere su questa possibilità molto a lungo.

Steve e io dovremmo fidanzarci questa estate mi aveva detto Shannon un paio di mesi fa.

Così ti sei impegnata a fidanzarti, è questo quello che stai cercando di dire?

Esatto.

Non sapevo affatto come prenderla. Non avevo alcun diritto su di lei, mentre sicuramente ne aveva il suo ragazzo. Anche se era la mia migliore amica, lei si vedeva con Steve ancora prima che ci conoscessimo.

Bene, congratulazioni, fu ciò che finalmente le dissi, cercando di comportarmi da amico anche se non ero sicuro di come mi sentissi.

Grazie, disse, e mi abbracciò. Prima di allontanarsi, mi sussurrò sei sempre il mio migliore amico.

Ero così avvolto nei miei pensieri che non ebbi il tempo di impedire a Shannon di girarsi. Si sistemò sulla schiena e la realtà fu di nuovo strappata via.

Lei e io eravamo seduti sul mio letto. Sembrava che non fossimo niente più che amici.

Ok, qual è l'inghippo? domandò lei. Siamo sposati, single, abbiamo una relazione o cosa?

Controlla la tua borsa, le dissi.

Tirò fuori il suo portafogli dalla borsa e mi mostrò la sua patente - diceva che era nubile, miss Shannon Steinman. La sua iniziale del mezzo erra erroneamente - per me - segnata come G.

Shannon, ti dispiacerebbe dirmi con cosa diavolo ha che vedere tutto questo? Con le riviste?

Lei aspettò per un momento, con gli occhi chiusi e la fronte aggrottata. Poi mi guardò e annui.

Sai le penne e le riviste che regalo alla gente?

Certo.

Bene, non le compro da nessuna parte. Le trovo.

Dove?

In casa mia. Compaiono da sole. Sai come tutti perdono cose penne a sfera e portachiavi? Bene, a me non succede mai. Io li trovo

E le riviste?

Lo stesso. Solo che della la maggior parte di esse non mi posso disfare perche' hanno il Presidente Dukakis o il Presidente Dale in copertina. Alcune di esse sono proprio come le nostre riviste, ma sono indirizzate a Shannon e Steve o Shannon e Jeremy. A queste tolgo via le etichette col vapore.

Da quanto va avanti questa cosa?

Un anno o due, disse, e cominciò a guardarsi attorno nella stanza. Cosa c'è di diverso in questo mondo?

Non lo so. Tu sembri un po' diversa.

Che vuoi dire?

Non so. Non sei così... Mi fermai.

Cosa?

Be', in un certo senso... Penso che sei una persona attraente, Shannon. Di solito sei davvero graziosa. Ma per qualche motivo, non sei proprio così carina in questo mondo.

Si alzò e si guardò in uno specchio, poi si girò e mi guardò dubbiosa. Sono esattamente la stessa, disse, troppe puntine, come sempre. Ma nient'altro è diverso.

C'era una rivista - va bene, lo ammetto, compro troppa di questa dannata roba - accanto al mio letto anche in questa realtà. La raccolsi.

Forse il Newsweek può dirci cosa c'è di diverso in questo mondo, dissi.

Sfogliai la rivista, con Shannon che guardava al di sopra delle mie spalle. Tutto sembrava lo stesso. Era esattamente come il numero che avevo accanto al mio letto a casa.

Passai velocemente su una storia che riguardava la Yugoslavia. Nella pagina successiva c'era una pubblicità per un equipaggiamento da body-building. Un grosso tizio sudato, tipo giocatore di football, stava alzando una sbarra.

Oh, è carino, mi ritrovai a dire. Immediatamente lasciai cadere la rivista.

E' carino?, mi chiese Shannon.

Era carino. Ero realmente attratto da lui. E non da Shannon.

Bene, ora sapevo cosa c'era di diverso in quel mondo, no? E in esso, Shannon non poteva davvero essere altro che un'amica.

Si mosse dalla schiena al fianco destro con un veloce movimento, e tutto scivolò di nuovo.

Questa volta era diverso, in qualche modo. Mi trovavo fuori per la prima volta, in piedi in un giardino ben curato. Ero solo e mi resi conto di dov'ero quando guardai in su e vidi la lapide di fronte a me.

SHANNON STEINMAN ALDEN

1968 - 1992

Anche in questo mondo era mia moglie. Fiori che avevo senza dubbio appena posti erano sistemati sulla sua tomba. L'erba che cresceva sulla tomba era molto corta - ebbi l'impressione che Shannon non fosse morta da molto.

Mi sentii stordito, ma stavolta il mondo non andò via. Era stato solo lo shock di osservare come sarebbe stato un mondo senza Shannon? L'idea che non avrei più passato tutte quelle ore parlando di dettagli insignificanti?

Rimasi presso la tomba a lungo, chiedendomi quanto significasse Shannon per me. Era stata una buona amica nella mia vita, ma anche in queste altre vite c'era sempre. Alcune volte era con Steve, altre con me... Qualche volta anche con tutti e due insieme. Lei era di certo qualcuno che sarei stato capace di sposare e con cui avere figli.

Aspettai che quella realtà finisse, aspettai che il breve attacco di stordimento venisse a portarmi via, ma non successe. Fu allora che cominciai a chiedermi se non ci fosse qualcosa di terribilmente sbagliato. Dopo tutto, Shannon era stata viva in tutti gli altri mondi immaginari che avevamo visitato. Se lei era morta qui... poteva esser morta anche nella vita reale?

Credo che fu allora che fui preso dal panico. Ricordo che crollai davanti alla lapide di Shannon e piansi a lungo. Poi, qualche tempo dopo, ricordo di aver urlato.


L'oscurità si frantumò in tanti pezzi, ogni pezzo che mi spingeva in un mondo diverso che era lì e spariva in un istante.

Giacevo nella strada, riparato da una coperta di giornali, cercando di evitare che il freddo della notte mi procurasse la polmonite.

Giacevo a letto accanto a Michelle, fissando la fede alla mia mano, chiedendomi come avevo potuto farmi intrappolare sposando qualcuno che non amavo.

Ballavo con Shannon al nostro matrimonio.

Ballavo con Shannon al suo matrimonio.

Davo uno schiaffo a Michelle al culmine di un litigio nella nostra camera da letto.

Sedevo davanti a un computer, scrivendo codici mentre lentamente mi annoiavo a morte.

Stavo nel mezzo di un incendio in una foresta, facendo domande come dovrebbe fare ogni intrepido giornalista.

Abbassavo nell'olio le patatine (sapevo che avrei lavorato da Mcdonald's qualche volta, ridacchiai tra me e me mentre la visione sfuggiva).

Dicevo a Michelle di amarla e mentivo.

Dicevo a Shannon di amarla. E non mentivo.

Mi inginocchiavo di nuovo alla tomba di Shannon e piangevo.

Guardavo un'altra tomba, una con il mio nome sopra.

Tenebra.


Scattai a sedere sul letto e urlai una volta. Shannon non si mosse dalla sua posizione sul fianco. Le afferrai le spalle e la scossi.

Non stava respirando quando cominciai a scuoterla. Ma non appena la toccai, ansimò ed aprì gli occhi. La tirai su e l'abbracciai mentre il suo respiro cominciava a farsi più calmo.

Stai bene?, le chiesi.

Sto... bene, disse, ho solo avuto un blackout. Non so cosa è successo.

Neanch'io, dissi, neanch'io.

Rimanemmo lì seduti a lungo, senza dire nulla. Ci eravamo entrambi incamminati ognuno nelle vite e possibili vite dell'altro. Sapevamo cosa sarebbe potuto... o potrebbe... succedere tra noi. Ma in alcuni mondi, lei era con Steve. Non c'era un Vero Cammino. C'erano una serie di possibilità, che ci erano appena passate accanto.

Dopo un po', mi staccai dall'abbraccio e la guardai dritto negli occhi.

E adesso? le chiesi.

Non lo so, disse lei, vedremo cosa succede,

Mi diede un bacio sulla guancia. Era completamente innocente. Era anche la prima volta che mi baciava in questa vita.

Sicuramente, mormorai più tardi, mentre cercavamo di tornare a dormire - questa volta nel nostro mondo. Sicuramente.


Originally appeared in Terminus 0, edited by Giuseppe De Rosa (mc4612@mclink.it)


Footnotes

(1) Sono due giochi caratteristici dei bambini americani: uil primo eè un gioco con la palla, tra quattro squadre, il secondo corrisponde al gioco conosciuto da noi come "campana" o "campanaro."

(2) Programma per bambini in cui il protagonista/conduttore è un cavallo parlante.

(3) In inglese la frase è "So you are engaged to be engaged", una specie di gioco di parole basato sul doppio significato di engaged, che significa tanto impegnarsi che fidanzarsi.